Bimbi ed eritema infettivo: sintomi, decorso e terapia

Noto anche come «quinta malattia», l’eritema infettivo si manifesta solitamente durante gli anni dell’asilo o della scuola dell'infanzia tramite un'eruzione cutanea a forma di farfalla e in genere guarisce senza bisogno di particolari terapie e senza lasciare strascichi.

Eritema infettivo: di che si tratta?

Nei bimbi l’eritema infettivo provoca di solito un’eruzione cutanea evidente.

L’eritema infettivo non ha nulla a che vedere con la rosolia: le due malattie infettive hanno infatti sintomi e agenti patogeni differenti. A scatenare l’eritema infettivo è il parvovirus B19, un virus altamente contagioso anche in assenza di sintomi. Poiché in molti casi passa inosservato, ciclicamente l’eritema infettivo è causa di focolai epidemici in asili nido e scuola dell'infanzia. I soggetti guariti, in compenso, sono fortunatamente immunizzati a vita. In Svizzera circa due terzi della popolazione contrae l’eritema infettivo prima del raggiungimento dell’età adulta.

Eritema infettivo: contagio e diagnosi

Il contagio con il parvovirus B19 avviene solitamente per via aerea tramite i cosiddetti droplet. In altre parole, il virus viene trasmesso attraverso le minuscole goccioline di saliva che si emettono starnutendo, tossendo o parlando. Il contagio può però compiersi anche tramite il contatto con superfici e oggetti contaminati. Nelle strutture comunitarie per bambini, di conseguenza, la malattia si diffonde spesso a una velocità vertiginosa.

Prima che i sintomi dell’eritema infettivo comincino a manifestarsi, trascorrono tuttavia anche tre settimane. Qualche giorno prima della comparsa della caratteristica eruzione cutanea, i piccoli sono particolarmente contagiosi. Poiché però in molti casi la malattia passa inosservata, molti bambini finiscono per essere vettori asintomatici. Il pediatra può diagnosticare l’eritema infettivo esaminando l’eruzione cutanea oppure eseguendo un apposito test ematico.

Eritema infettivo: sintomi e decorso

Nei bimbi l’eritema infettivo provoca di solito un’eruzione cutanea evidente.

Il decorso dell’eritema infettivo può variare anche di molto da soggetto a soggetto. Molti pazienti accusano sintomi simili a quelli di un normale raffreddamento o di un’influenza, ad esempio febbricola, mal di testa, dolori alle articolazioni, linfonodi ingrossati, senso di spossatezza generale, ma anche anemia.

Solo in meno del 25% dei casi si ha invece la caratteristica eruzione cutanea circolare nota anche come «eritema a farfalla». Oltre che guance e fronte, questa colpisce ad esempio i glutei e le braccia provocando talvolta prurito. Con il passare del tempo può cambiare forma e schiarisce fino a scomparire. L’eruzione cutanea può ricomparire a distanza di mesi. Ciò non implica però un ritorno della malattia.

Cura dell’eritema infettivo nei bambini

Di norma l’organismo dei piccoli è tranquillamente in grado di combattere il virus e la malattia guarisce da sé nell’arco di pochi giorni. Solo laddove il bambino sia immunodepresso o accusi un’anemia particolarmente grave si renderanno necessarie delle cure mediche. In presenza di febbre alta alcuni medici prescrivono antipiretici o antidolorifici. Qualora il bambino accusi prurito, può inoltre essere utile ricorrere a impacchi e pomate rinfrescanti. Queste ultime, tra l’altro, sono consigliabili anche in un secondo momento, quando a seguito della malattia la pelle richiederà qualche attenzione in più.

I pericoli dell’eritema infettivo

Di rado i bambini accusano complicazioni legate all’eritema infettivo. Gli adulti, invece, pur essendo raramente colpiti da questa malattia, possono andare incontro a un decorso grave – soprattutto se hanno un sistema immunitario debilitato. Un gruppo particolarmente a rischio è quello delle gestanti: il virus può infatti essere trasmesso al nascituro, che rischia così di riportare gravi danni o addirittura di morire nel ventre materno. Nel dubbio, è possibile verificare l’eventuale presenza di anticorpi sottoponendosi a un apposito test ematico.