Scuola e educazione
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Colloqui scolastici: cosa aspettarsi?

A gennaio, con il nuovo semestre, a scuola ci aspettavano come ogni anno i colloqui per fare il punto della situazione – il terzo per nostro figlio, il primo per sua sorella.

Siamo sempre andati incontro a questi appuntamenti con un certo nervosismo, sperando che non ci fossero sorprese e tutto andasse bene.

Questi incontri sono un po’ come i colloqui di valutazione nel mondo del lavoro: partendo da alcuni esempi e dai lavori svolti, ai genitori viene illustrato a che punto del suo percorso di sviluppo si trova il bambino e su quali fronti vi è ancora spazio per un miglioramento. Dopo che ci erano state comunicate le date dei rispettivi colloqui, ogni volta che i bambini ci parlavano delle loro giornate alle elementari o alla scuola dell'infanzia non potevamo fare a meno di drizzare le antenne. Abbiamo anche chiesto loro se c’era qualcosa di specifico di cui avremmo dovuto parlare con i docenti. Nostra figlia ci ha raccomandato di riferire che a lei piacciono soprattutto i lavori di bricolage perché ha a disposizione molto spazio e può fare tante cose diverse. Per il resto, entrambi sono soddisfatti e vanno volentieri a scuola. È un buon momento per riflettere insieme ai bambini su ciò che succede in classe. 

Noi genitori avevamo anche alcuni interrogativi che ci frullavano in testa:

  • Nostro figlio / nostra figlia soddisfa le aspettative? Riesce a tenere il passo? Ha un livello di sviluppo adeguato alla sua età?
  • Come si pone nei confronti del corpo docenti e dei compagni di classe?
  • Con chi gioca?
  • C’è eventualmente qualche problema che a noi è sfuggito?
  • Sotto quali aspetti può migliorare nostro figlio / nostra figlia? Possiamo in qualche modo essere di aiuto?

Finora le nostre esperienze in fatto di colloqui con i docenti sono state assolutamente positive: ne è infatti sempre nato un confronto schietto. Alle elementari, già a partire dalla prima classe abbiamo notato che c'è una distanza maggiore tra docente e bambino rispetto alla scuola d'infanzia, forse anche perché la classe è seguita da più persone. 

Tra gli aspetti che ci hanno sorpreso vi è il fatto che entrambi i bambini abbiano dovuto sostenere dei test preliminari nei vari ambiti di competenza. In altre parole, anche loro sono già stati sottoposti a una sorta di valutazione. In prima, ad. es., il docente ha verificato fino a quanto sapesse contare nostro figlio e che lunghezza non dovessero superare le parole affinché riuscisse a leggerle o scriverle agevolmente. All’asilo alla bambina è stato chiesto di esprimere delle quantità, riconoscere delle forme e disegnare se stessa. I risultati di questi test sono stati, per così dire, il filo rosso del colloquio.Per noi genitori è anche molto interessante seguire lo sviluppo dei nostri figli nel corso dell’anno partendo da storie e disegni. 

Ad oggi, fortunatamente, i nostri figli non hanno avuto problemi scolastici. Da amici e conoscenti, tuttavia, ci capita anche di sentire storie molto diverse dalla nostra. A nessuno piace sentirsi dire che il figlio va male a scuola o crea problemi in classe. Qualora insorgano delle difficoltà, sarà bene definire dei provvedimenti insieme al docente e mantenersi in contatto. Non si deve inoltre temere di coinvolgere degli esperti esterni. Ciò detto, sarebbe in ogni caso preferibile che questi problemi non emergessero soltanto in sede di colloquio tra genitori e docenti, ma venissero affrontati prima. 

Va poi da sé che un feedback positivo non può che riempire d’orgoglio i genitori e fugare i mille dubbi e le preoccupazioni che talvolta li affliggono. 

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